Nuovamente modificato il limite alla circolazione del denaro contante
4 marzo 2022
L’art. 18, DL 124/2019, ha previsto una progressiva riduzione della soglia di trasferimento del denaro contante, stabilendo, da ultimo, la riduzione della soglia da € 3.000 a € 2.000 a decorrere dal 1.7.2020 e, successivamente, un’ulteriore riduzione della soglia a € 1.000 a partire dal 1.1.2022. Tuttavia, la L. 15/2022, di conversione, con modificazioni, del DL 228/2021, c.d. Decreto “Milleproroghe”, ha disposto il ripristino della soglia limite di € 2.000 per l’anno 2022. La soglia di € 1.000 troverà quindi applicazione dal 1.1.2023. La riduzione della soglia di trasferimento del denaro contante non è applicabile alla negoziazione a pronti dei mezzi di pagamento in valuta (ossia, all’attività dei c.d. cambiavalute iscritti nell’apposito registro), per la quale resta quindi confermata la soglia di € 3.000. Resta, inoltre, confermata la deroga accordata ai turisti stranieri, i quali, al ricorrere di talune condizioni, possono effettuare acquisti in contanti entro la soglia di € 15.000. In relazione ai servizi di money transfer la soglia è invece fissata a € 1.000. A seguito delle modifiche apportate dal Decreto “Milleproroghe” è dunque vietato il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o valuta estera d’importo pari o superiore a € 2.000, effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, ovvero tra entità giuridiche distinte. Il divieto di trasferimento, peraltro, interessa sia le persone fisiche che giuridiche. La previsione in esame opera in relazione ai trasferimenti di denaro contante tra soggetti diversi e, pertanto, trova applicazione, ad esempio, per i trasferimenti effettuati tra due società, tra il socio e la sua società, tra società controllata e società controllante, tra il legale rappresentante e il socio o tra due società aventi lo stesso amministratore. Invece, non configurano trasferimenti tra soggetti diversi e, pertanto, non soggiacciono alle limitazioni in esame, i versamenti e i prelievi sul proprio conto corrente, ancorché superiori alla soglia di legge, come pure i trasferimenti di denaro tra un imprenditore individuale e la sua ditta. Il divieto di utilizzare importi pari o superiori alla nuova soglia trova applicazione anche quando il trasferimento è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati (ossia, con trasferimenti di denaro singolarmente inferiori alla soglia effettuati in momenti diversi ma in un circoscritto ambito temporale). Tale previsione non è tuttavia applicabile ai pagamenti collegati a contratti di somministrazione, ai pagamenti frazionati che derivano da un preventivo accordo negoziale tra le parti e ai pagamenti cumulativi di operazioni tra loro autonome e distinte; in questi casi resta comunque fermo il potere dell’Amministrazione finanziaria di valutare se la suddivisione dei pagamenti è determinata dalla natura del contratto o dall’effettiva e concreta attuazione dell’accordo tra le parti (come in caso di pagamento rateale) o se, invece, possa considerarsi artificiosa. I trasferimenti di contanti sopra soglia devono essere obbligatoriamente effettuati attraverso banche, Poste Italiane Spa, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento. In relazione agli assegni si evidenzia che i moduli di assegni bancari e postali, ovvero di assegni circolari o vaglia postali o cambiari in forma libera, ossia senza la clausola di non trasferibilità, possono essere rilasciati solo a seguito della presentazione di un’apposita richiesta scritta, corrispondendo € 1,50 a titolo di imposta di bollo per ciascun modulo di assegno. In ogni caso, gli assegni e i vaglia trasferibili possono essere utilizzati esclusivamente per importi inferiori a € 2.000. I soggetti obbligati al rispetto delle disposizioni antiriciclaggio (tra i quali rientrano, ad esempio, i commercialisti, gli esperti contabili e le società di servizi in ambito contabile e tributario) devono comunicare, entro 30 giorni, alla competente Ragioneria territoriale dello Stato, le infrazioni circa l’uso del denaro contante riscontrate. Tale comunicazione è richiesta anche ai componenti del Collegio sindacale, del Consiglio di sorveglianza e del Comitato per il controllo sulla gestione. Alle violazioni alla disciplina in esame è applicabile la sanzione amministrativa pecuniaria da € 3.000 a € 50.000 di cui all’art. 63, c. 1, D.Lgs. 231/2007 (da € 5.000 a € 150.000 per importi superiori a € 250.000). Tuttavia, per le violazioni commesse e contestate a decorrere dal 1.1.2022, è previsto un minimo edittale di € 1.000. La violazione può essere definita mediante l’istituto dell’oblazione di cui all’art. 16, L. 689/1981, con il pagamento di una somma in misura ridotta pari a 1/3 del massimo o, se più favorevole, pari al doppio del minimo, entro 60 giorni dalla notificazione della violazione.
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