Circolari FE Pubblicate
La guida per operare con l’estero
30/07/2014
Con una recentissima sentenza, la Corte di Giustizia europea ha escluso che in caso di mancata introduzione “fisica” dei beni nel deposito IVA, sia dovuto il pagamento dell’IVA all’importazione se l’imposta è già stata assolta con il meccanismo del reverse charge all’atto dell’estrazione dei beni dal deposito. La posizione assunta dalla giurisprudenza comunitaria si riverbera, favorevolmente al contribuente, sui numerosi accertamenti in corso relativi all’utilizzo solamente “virtuale” dei depositi fiscali.
16/07/2014
Al ricorrere di talune condizioni, le cessioni di beni destinati all’esportazione, fatte nei confronti di un altro operatore italiano, possono beneficiare del regime di non imponibilità IVA. Esaminiamo di seguito le condizioni necessarie per beneficiare di tale agevolazione.
02/07/2014
La prova dell’avvenuta esportazione dei beni è costituita dal messaggio “risultati di uscita” che l’Ufficio doganale di uscita invia alla dogana di esportazione per essere poi registrato nella banca dati del Sistema informativo doganale nazionale. Tuttavia, con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha ritenuto che in mancanza della prova tipica, la fuoriuscita dei beni dal territorio comunitario può essere agevolmente comprovata dalla documentazione commerciale e doganale richiamata dalla disciplina fiscale.
18/06/2014
Il Carnet ATA è un documento doganale internazionale che consente di semplificare le formalità doganali di esportazione temporanea dei beni destinati a essere presentati e utilizzati in occasione di fiere, mostre, esposizioni e manifestazioni similari. Il documento comporta inoltre l’esonero dall’obbligo di prestare la garanzia alle autorità doganali del Paese d’importazione per i diritti doganali e i dazi dovuti in caso di mancata riesportazione dei beni.
04/06/2014
Le modifiche apportate alla territorialità IVA delle prestazioni di servizi si riflettono anche sulle procedure da osservare nelle c.d. esportazioni congiunte con lavorazione, ossia nelle cessioni in cui i beni, a lavorazione ultimata, sono esportati al di fuori dal territorio comunitario dal terzista italiano su incarico del cessionario non residente.
21/05/2014
Con una recente sentenza, la Corte di Giustizia ha affermato che il regime sospensivo previsto per le movimentazioni di beni in ambito comunitario, è ammesso soltanto se, al termine delle lavorazioni, il bene ritorna nello Stato membro di origine. La disposizione interna che consente l’applicazione del regime sospensivo indipendentemente dalla destinazione finale del bene non è dunque compatibile con la normativa comunitaria.
07/05/2014
Con una recente sentenza, la Corte di Giustizia ha affermato che il regime di non imponibilità IVA previsto per le c.d. esportazioni “improprie”, può trovare applicazione anche quando la fuoriuscita dei beni dal territorio comunitario avviene dopo il termine richiesto dalla normativa italiana. Esaminiamo di seguito i riflessi dell’orientamento assunto dalla giurisprudenza comunitaria sulla normativa IVA nazionale.
23/04/2014
Le prestazioni di trasporto di beni sono territorialmente rilevanti nel Paese di stabilimento del committente, soggetto passivo IVA, a prescindere dal luogo di materiale esecuzione del servizio. Tuttavia, i trasporti relativi a beni in esportazione, transito o importazione, possono fruire del regime di non imponibilità IVA previsto per i servizi internazionali. Al ricorrere di talune condizioni, il servizio di trasporto può anche essere accessorio a un’altra operazione principale, tipicamente una cessione di beni, ed essere quindi ricompreso nella relativa base imponibile. Esaminiamo di seguito le diverse ipotesi.
09/04/2014
Nell’ambito dei rapporti con l’estero, specialmente nei gruppi d’imprese, può capitare che una società italiana sostenga dei costi che, in seguito, riaddebita alla propria capogruppo o a un’altra consociata estera. In questi casi si pone il problema del corretto inquadramento IVA dell’operazione, oltre alla sua rilevanza territoriale. Esaminiamo di seguito le casistiche più ricorrenti.
26/03/2014
Sempre più frequentemente le imprese non residenti, prive di stabile organizzazione in Italia, operano all’interno del territorio nazionale servendosi di un rappresentante fiscale o tramite identificazione diretta. Nella gran parte dei casi l’apertura di una partita IVA italiana risponde a esigenze logistiche, connesse alla vendita di beni all’interno del territorio nazionale, in favore di soggetti passivi residenti. In questi casi gli operatori nazionali incontrano spesso delle difficoltà nel riconoscere e trattare le operazioni ricevute da soggetti non residenti identificati in Italia.