Circolari FE Pubblicate
La guida per operare con l’estero
14/09/2016
La concessione in uso di brevetti e marchi per la produzione o la commercializzazione di beni costituisce, specie per le imprese che non dispongono delle risorse necessario per lo sviluppo della fase produttiva, un valido ausilio per la penetrazione in nuovi mercati. Gli accordi di licenza in ambito internazionale possono tuttavia generare una doppia imposizione in capo al percettore dei canoni, determinato dal sovrapporsi della pretesa impositiva dello Stato della fonte e di quello di residenza. Esaminiamo di seguito i principali aspetti fiscali dei canoni transfrontalieri.
10/08/2016
Nell’ambito della disciplina intracomunitaria, è prevista la possibilità di introdurre i beni, inviati in Italia da un fornitore comunitario in dipendenza di un accordo di consignment stock, in un deposito IVA gestito dall’acquirente stesso. Tale peculiare tipologia di deposito non è soggetta ad alcun limite temporale e, pertanto, il presupposto impositivo è sospeso sino al momento dell’estrazione dei beni.
27/07/2016
Il nuovo Codice Doganale dell’Unione (CDU), in vigore dallo scorso 1° maggio, ha radicalmente innovato il regime speciale del deposito doganale, rimuovendo alcuni vincoli logistici all’immagazzinamento delle merci non unionali e introducendo la possibilità di utilizzare il metodo dell’equivalenza. Esaminiamo di seguito le principali caratteristiche del nuovo deposito doganale.
13/07/2016
Con il nuovo Codice Doganale dell’Unione (CDU), entrato in vigore lo scorso 1° maggio, è stata profondamente innovata la legislazione applicabile agli scambi internazionali di merci con Paesi terzi, introducendo svariate modifiche che impattano, tra l’altro, sui regimi doganali speciali, sulle procedure di domiciliazione e sull’istituto della rappresentanza doganale. Per consentire l’adeguamento alle nuove disposizioni, è previsto un regime transitorio, applicabile fino al 1.5.2019.
29/06/2016
Ai fini dell’applicazione delle regole sulla territorialità IVA delle prestazioni di servizio, assume particolare rilievo l’individuazione del luogo di stabilimento del committente soggetto passivo. Quando il committente non residente dispone di una o più stabili organizzazioni localizzate in diversi Paesi membri, l’individuazione dell’effettivo destinatario del servizio può risultare assai complessa. In tali circostanze occorre dunque osservare i criteri dettati dal Regolamento n. 282/2011/UE per l’identificazione del committente e, di conseguenza, del Paese di tassazione dell’operazione.
15/06/2016
I servizi di trasporto aereo di passeggeri assumono rilevanza IVA in Italia in proporzione alla distanza percorsa nel territorio nazionale. Nei trasporti aerei internazionali, tuttavia, la tratta interna beneficia della non imponibilità IVA. Esaminiamo di seguito i criteri di localizzazione territoriale del servizio di trasporto aereo di passeggeri e i connessi adempimenti posti in capo ai committenti soggetti passivi.
01/06/2016
Con la Norma di comportamento n. 187, l’AIDC si è pronunciata sul momento di effettuazione delle prestazioni di intermediazione e sui connessi adempimenti IVA in capo alle imprese mandanti italiane. Secondo l’AIDC, in particolare, le intermediazioni rese da agenti esteri non costituiscono prestazioni di carattere periodico o continuativo, ma assumono rilievo ai fini IVA alla data della loro ultimazione, ossia nel momento di maturazione del diritto al corrispettivo che, generalmente, coincide con la conclusione dell’affare tra l’agente e il cliente del committente, con l’accettazione da parte della casa mandante.
18/05/2016
Secondo la Corte di Cassazione, la cessione di beni temporaneamente esportati nell’ambito di una manifestazione fieristica costituisce una cessione all’esportazione non imponibile e, pertanto, concorre alla formazione del plafond. Esaminiamo di seguito le importanti conclusioni cui sono giunti i giudici di legittimità e i relativi riflessi sulle cessioni extraterritoriali di beni.
04/05/2016
Con la Sentenza n. 23761/2015, la Corte di Cassazione è tornata a occuparsi dei contratti di appalto per la realizzazione di stampi da utilizzare per la fornitura di beni in ambito comunitario. Secondo i giudici di legittimità, il requisito dell’effettivo trasporto degli stampi nel Paese membro del committente deve essere verificato avendo riguardo al termine del rapporto contrattuale originale, e non alla cessazione di eventuali distinti contratti stipulati dalle stesse parti, anche se aventi a oggetto la fornitura di beni della stessa specie realizzati con i medesimi stampi.
20/04/2016
Secondo prassi costante dell’Amministrazione finanziaria, l’omessa o errata indicazione in fattura del codice identificativo IVA dell’acquirente comunitario, può comportare la riqualificazione della cessione come “interna”, con conseguente diniego del regime di non imponibilità IVA, ripresa a tassazione dell’operazione e applicazione delle relative sanzioni. La problematica è stata affrontata a più riprese anche dalla Corte di Cassazione che, con alcune recenti sentenze, pare essersi definitivamente allineata ai principi sanciti dalla Corte di giustizia. Esaminiamo di seguito la problematica, tenendo conto del mutato orientamento della giurisprudenza di legittimità.